Mattia Perin, portiere della Juventus, ha parlato a margine dell'evento Juventus Creator Lab. Queste le sue parole raccolte da TMW
In pochi giorni si decide la stagione...
"Si abbiamo i due obiettivi stagionali nel giro di tre giorni però quello che dobbiamo fare è concentrarsi sulla partita di domenica e non sottovalutare la Salernitana. Lo abbiamo visto anche contro l'Atalanta nella partita di lunedì. La prima regola: è non sottovalutare l'avversario. Bisogna cercare di dare il meglio e portare a casa i tre punti. Dopodiché prepareremo la finale contro l'Atalanta. È una fantastica opportunità per noi. Abbiamo nelle mani la possibilità di raggiungere i nostri obiettivi stagionali nel giro di una settimana e faremo il massimo per portarli a casa".
Quanto sarebbe fondamentale portare a casa un trofeo?
"Qui alla Juventus è fondamentale sempre alzare un trofeo. Poi ci sono annate in cui non ci siamo riusciti. Due anni fa abbiamo fatto una finale di Coppa Italia e non siamo riusciti a vincerla, l'anno scorso siamo usciti in semifinale e siamo arrivati in semifinale di Europa League. Abbiamo fatto due anni in cui abbiamo fatto mo,ta esperienza sia tra compagni che con le partite che abbiamo giocato perché molti di noi non avevano avuto l'opportunità di giocare. Quindi abbiamo costruito una parte fondamentale di ognuno di noi per cercare poi di riuscire a vincere un trofeo con la Juventus in Coppa Italia".
Pesa non aver trovato la vittoria nell'ultimo periodo?
"Abbiamo sicuramente sofferto ma quello che è non mai mancato è il sacrifico e la voglia di lavorare. Ci sono dei momenti in cui si riesce a guadagnare più del dovuto e altre volte, nonostante l'abnegazione, non ci siamo riusciti. Quello che non dobbiamo perdere sono le nostre caratteristiche soprattutto caratteriali perché siamo dei ragazzi che lavorano sodo e duro. Una cosa di cui sono certo è che solo lavorare duramente porta risultati. Poi ci sono delle volte che non arriva il risultato, ma se sei abbastanza bravo a capire cosa ti ha portato alla sconfitta puoi imparare anche da quello. Diciamo che abbiamo imparato tanto in questi anni ed è arrivato il momento di alzare un trofeo e poi c'è l'obbiettivo primario di raggiungere domenica la Champions League".
Come stai vivendo l'avvicinamento alla finale di Coppa Italia?
"È tasto un anno particolare perché ho giocato meno rispetto alle altre annate non essendoci le competizioni europee. Però ho cercato di preparare come sempre ogni partita come se avessi dovuto giocare. Adesso viene prima la Salernitana e se dovessi giocare con la Salernitana devo farmi trovare pronto. Quindi nel mio avvicinamento alla Coppa Italia c'è prima la Salernitana. Da lunedì insieme a tutta la squadra e lo staff prepareremo la finale".
Come state vivendo questo periodo?
"C'è un grandissimo entusiasmo nello spogliatoio perché siamo riusciti ad arrivare a fine anno, nonostante per un periodo abbiamo creduto di poter lottare con l'Inter e questo è innegabile perché eravamo vicini. Ma a inizio anno ci siamo posti degli obiettivi ed erano: arrivare in Champions League e vincere la Coppa Italia. Siamo all'8 maggio e siamo arrivati a meno di venti giorni dalla fine potendo raggiungere entrambi gli obiettivi quindi nello spogliatoio c'è entusiasmo e voglia di raggiungere gli obiettivi. In questi anni ho imparato che se pensi al futuro ti perdi anche delle possibilità di raggiungere gli obiettivi e questo è il messaggio che c'è nello spogliatoio. Ma siamo talmente concentrati che non ho sentito mai parlare di futuro o cose del genere. Quando arriveremo all'obiettivo ognuno vedrà cosa fare della propria vita. Però gli obiettivi di squadra sono più importanti dei singoli".
La variabile allenatore incide nel rendimento?
"Queste sono domande che chi non ha mai vissuto uno spogliato si fa. Ma vi assicuro che non ci abbiamo mai pensato e non ne abbiamo mai parlato. Sono cose che restano fuori dall' spogliatoio perché abbiamo la possibilità in tre giorni di raggiungere gli obiettivi prefissati a luglio".
Sono giuste le critiche ad Allegri?
"Nel calcio siamo abituati a ricevere critiche e siamo abituati a ricevere complimenti. Fino a gennaio eravamo una squadra formidabile poi dopo aver pareggiato con l'Inter e perso con l'Inter siamo entrati in un vortice che ci ha consegnato alle critiche come è giusto che sia. Quindi sia noi che il mister siamo abituati a queste cose. Abbiamo la struttura per poter sopportare sia i complimenti che le critiche con grande equilibrio. Io credo che sia quando le cose vanno bene che quando vanno male ci si divide un po' le responsabilità. Non è giusto che la responsabilità vada tutta al mister quando si perde, perché in campo ci andiamo noi. Altrettanto quando si vince il merito si divide tra tutti. Le cose si fanno insieme e fortunatamente siamo un unico gruppo perché altrimenti credo che il post gennaio che abbiamo vissuto secondo me molte altre squadre sarebbero annegate e invece noi siamo riusciti a farci una mano l'un con l'altro e siamo tornati a respirare. È entusiasmante perché possiamo raggiungere gli obbiettivi. La mattina mi sveglio e non vedo l'ora di arrivare al campo per poter condividere con la staff e i compagni di preparare queste gare al meglio".
Le voci sono uno stimolo o un pericolo?
"Capisco la domanda gli obiettivi ti danno la benzina per rendere il meglio possibile in campo. Poi credo che i fatti extracalcistici sul mister che rimane o no o su chi va via o invece rimane. Fortunatamente siamo un gruppo molto unito. Non so se si è visto noi tante partite le abbiamo portate a casa perché abbiamo forza caratteriale e unità di gruppo che poche volte ho visto nella mia carriera. Quindi questa cosa che ci tiene uniti non ci fa percepire negativamente quello che viene da fuori. Sono contento di come si allenano i miei compagni e ho la possibilità vedere tanti giovani che portano ancora più entusiasmo. Se ci fosse stato un altro qui al posto mio avrebbe detto le stesse cose".
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