Come sapete io sono del partito che se le cose non vanno bene la colpa è nell’ordine: calciatori, proprietà, società e allenatore. In campo vanno loro e se si mandano a quel paese, in 10 giorni, 4 titolari davanti a tutto il mondo significa che anche all’interno c’è qualcosa che non va. Se con le piccole perdi tutti quei punti, l’allenatore ha le sue colpe. E’ anche vero che se sbagli i rigori, se ti fai gol da solo e se non riesci a fare gol forse la colpa è di chi va in campo. L’Inter vive un paradosso. Oggi l’ammazziamo ma domani può festeggiare i quarti di finale di Champions League e, teoricamente, può ancora vincere una Coppa Italia e qualificarsi tra le prime 4. Ci vuole equilibrio nei giudizi. Nel calcio non abbiamo equilibrio e neanche coerenza. L’Inter è di semplice lettura. E’ una squadra che vive di alti e bassi perché ha molta qualità in campo ma spesso non ha voglia. Consapevole che lo scudetto è andato si prende troppi vuoti d’aria e riesce ad esprimersi solo quando si ritrova con il coltello puntato alla gola. Inzaghi a fine anno toglierà il disturbo. Molti interisti, dalla curva alla sede, ce l’hanno con l’allenatore ma dopo che sarà andato via Inzaghi capirete che Simone ha le sue colpe ma sono sicuramente inferiori ai veri problemi che ci sono all’Inter. Intanto il Porto è una brutta bestia da affrontare e, paradossalmente, può far più paura di quanta ne facesse il Tottenham al Milan.
Torno su un argomento che non tutti capiscono. Ci provo: per me Roberto Mancini continua ad essere il male tecnico della nostra Nazionale e non solo ci ha ammazzato con il fallimento mondiale ma è tutta la gestione di questi anni che sta distruggendo il calcio italiano. Si nasconde dietro a quell’Europeo vinto che se lo gioca altre 1000 volte lo perde 999. Siamo saliti sul carro? Certo, perché siamo innanzitutto tifosi della Nazionale e non ci interessa come vinci un Europeo ma non siamo tifosi faziosi da offuscarci la vista. Quello che è successo dopo il trionfo di Londra è squallido. Se non ti qualifichi ad un Mondiale extra large devi andare a casa. Non rappresenti un club ma una Nazione e devi dare conto a tutti noi di quel flop assurdo. C’è qualcosa di peggiore della mancata qualificazione in Qatar. La gestione di Mancini è allucinante. Da anni. La FIGC è complice perché glielo consente e non lo ferma, quando invece doveva essere spedito a casa da molto tempo. Ha convocato più giocatori Mancini che tutti i CT messi insieme nell’ultimo ventennio. Ha tolto fascino e ambizione alla maglia azzurra. Ha convocato tutti. Addirittura ragazzini, forti, ma che prima neanche avevano giocato nelle nazionali giovanili. Ha ammazzato tutto il sacrificio e tolto il sogno italiano a molti giovani che, giustamente, di fronte a queste convocazioni non hanno più voglia di combattere per sognare una chiamata che oggi è facile da ottenere come i punti quando fai la spesa. Mancini deve dare conto a tutti gli italiani. Con le sue convocazioni distrugge il lavoro anche del settore tecnico, di Viscidi e di chi crede ancora nel giovane da portare dall’under 16 alla Nazionale maggiore. Se convochi un argentino e gli metti la maglia dell’Italia addosso stai ammazzando il nostro Paese. Qui non parliamo più di dove è nato, quanto e dove ha vissuto in Italia, o se la mamma ha partorito in Italia e poi è andata in Sudamerica. Mancini convoca un argentino. Punto. Che poi ha anche come secondo passaporto quello italiano a noi non ce ne frega nulla. Un argentino che in Italia è stato mezza volta nel nostro Paese può giocare al Milan, alla Juve, nell’Inter o al Napoli ma non può indossare la maglia dell’Italia. Merita quella dell’Argentina, certo. Il ragazzo è forte ma semplicemente non è italiano. Non abbiamo più italiani dice Mancini. E ne avremo sempre meno se i nostri ragazzi capiscono come convoca i calciatori il nostro CT. Il calcio italiano è finito? No, caro Mancini. La Nazionale è finita. I club stanno viaggiando a mille in Europa. Non sono i club a dover puntare sugli italiani. I club fanno impresa e se trovano un senegalese che costa 20 mila euro e lo rivendono a 80 milioni, devono farlo. E’ la Federazione che deve far crescere i giovani italiani e portarli alla Nazionale maggiore. Manca la tecnica di base. Non abbiamo allenatori per i giovani. Chi allena i ragazzi deve prendere stipendi più alti di chi allena i grandi. E’ lì che si formano i calciatori e non a 25 anni. Vedrai, poi, che ce l’italiano è buono anche le nostre big lo acquistano eccome. Qui si commette un errore grossolano. A dover far crescere l’italiano deve essere la Federazione con le Nazionali giovanili, non il singolo club.
Tornando al campionato dispiace per il Verona. Setti ha capito troppo tardi l’errore. Partire con Cioffi e affidarsi a Marroccu è stato un suicidio tecnico. Sogliano e Zaffaroni stanno facendo un grande lavoro ma la rincorsa è troppo lunga e diventa quasi impossibile raggiungere la salvezza. Non è finita, certo, ma siamo di fronte ad una missione quasi impossibile. Come, più o meno, a quella della Salernitana dello scorso anno. Sogliano e Zaffaroni, lo scorso anno/anni, erano entrambi in C. Chi a Padova e chi all’Albinoleffe, Zaffa anche in B a Cosenza, ma questo rende l’idea che i direttori bravi e gli allenatori preparati spesso li troviamo più facilmente in D e in C che in serie A come tanti club manager pronti solo a dire “sì” ai proprio Presidenti.
In chiusura, tappa a Bergamo. Assurda e inspiegabile l’involuzione dell’Atalanta. In piena corsa per la Champions si è fermata. Dopo la vittoria di Roma con la Lazio era la principale candidata per un posto in Paradiso. E’ scoppiata all’improvviso. La macchina da gol si è ingolfata. Un solo gol, con Falcone del Lecce autolesionista, per il resto 0 gol tra Milan, Udinese e Napoli. Un solo punticino e una squadra che ha smesso di correre e di giocare. Gestione Gasperini pessima. I ragazzi, lì avanti, sono bravi ma devono rifiatare e soprattutto gente come Muriel deve giocare e avere fiducia. Li ha persi tutti Gasp. Viene spesso osannato ma per il mercato di qualità che, puntualmente, gli viene fatto avrebbe dovuto gestire molto meglio questi talenti. Percassi ha sbagliato a dare spesso ragione al suo allenatore che, seppur bravo, resta un dipendente. Se Gasperini vorrà comandare tutto, un giorno farebbe bene ad acquistare una società. A gennaio non avrebbe dovuto averla vinta così facilmente. In estate bisogna cambiare. Serve aria nuova. Un allenatore nuovo. Gasperini, a Bergamo, è arrivato ai titoli di coda. Basta prime donne. La società viene prima del singolo.
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