C'è chi professa amore per una maglia, ostentando uno spirito di appartenenza che alla riprova dei fatti non dimostra di avere, e chi questi sentimenti rari nel calcio di oggi, non perde occasioni di palesarli con le proprie scelte. Magari anche tenendosi lontano da ruffianerie acchiappa cori e striscioni, che vengono prontamente rimangiate quando i discorsi scivolano sulla materia prettamente economica.
Dimostrazione tangibile la ha avuta l'Inter, che al netto degli evidenti errori strategici nella gestione del caso Skriniar, si è trovata alle prese con un calciatore che, in presenza di un accordo già reperito con il Paris Saint Germain, ha dapprima professato sentimenti per una maglia che aveva già scelto di abbandonare al termine della stagione corrente, ed in seguito addirittura accettato la fascia di capitano del club in questione. Come se tutto ciò non fosse stato sufficiente, ha preferito lasciarsi corteggiare da una tifoseria che sperava nel moto di appartenenza di cui sopra, anziché esplicitare la propria (peraltro lecita) scelta professionale, lasciando che fosse il suo agente ad occuparsene peraltro proprio durante una partita in cui lo stesso Skriniar era in campo, con tanto di fascia da capitano e con annessa espulsione e peggiore prestazione stagionale. Quando si dice il karma...
E poi ci sono quelli come Alessandro Bastoni, che con un contratto in scadenza 2024 danno un'indicazione precisa ai propri agenti: trovare un accordo con l'Inter senza prendere in considerazione altre destinazioni, per quanto convenienti ed allettanti dal punto di vista economico e tecnico.
Finirà così, con la permanenza del giocatore in nerazzurro esattamente come è sempre stato nei suoi desideri, anche senza dichiarazioni d'amore davanti a microfoni e telecamere. E con buona pace dei corteggiatori e dei possibili affari milionari che avrebbero contraddistinto un cambio di maglia nella prossima estate o peggio ancora in quella successiva.
Tocca ora a Rafael Leao prendere una decisione in merito al suo destino, anche perchè gli esempi sia di un comportamento che dell'altro (Kessie, Bennacer) non sono mancati nemmeno nelle file del Milan. Delle difficoltà accessorie che contraddistinguono una trattativa molto simile ad una telenovela sudamericana, abbiamo già detto tutto, aggiungendo però lo spiraglio apertosi all'inizio del mese (LEGGI QUI).
Il punto di svolta lo ha ora stabilito lo stesso Leao, anche venendo decisamente incontro agli sforzi che la dirigenza rossonera sta manifestando per trattenerlo a Milano. La volontà di restare da parte del portoghese non è mai stata in discussione, ed allora la vera novità degli ultimi giorni si deve far corrispondere alla sua presa di posizione nell'entrare a far parte delle discussioni in prima persona facendo valere i propri desideri ed anteponendoli agli interessi che poco avrebbero avuto a che fare con la sua traiettoria professionale. Come in una di quelle fughe inarrestabili che lo contraddistinguono sul campo, Leao si mette in proprio con il forte desiderio di trovare un accodo che gli consenta di restare al Milan e risolvere contestualmente anche le pendenze attualmente in essere con lo Sporting Lisbona. I tempi per la fumata (di qualsiasi colore) non sono così distanti, anzi. Di certo non ci sono ultimatum, né tempistiche e date di scadenza: solo grande fiducia da ambo i lati.
Una piccola digressione in chiusura la merita chi promette di diventare il cyborg del gol di casa nostra, ovvero Rasmus Hojlund. I movimenti sul progetto di fuoriclasse dell'Atalanta potrebbero portare ad un esito in controtendenza rispetto alle scelte del club bergamasco che solitamente preferisce trattenere per almeno un paio di stagioni i propri gioielli, attendendone l'esplosione fragorosa prima di passare all'incasso. Nel caso di Hojlund i tempi potrebbero essere già maturi, partendo da alcuni dati di fatto determinati dall'andamento del mercato europeo.
Il primo: l'oggettiva carenza di centravanti di altissimo livello. Qualsiasi top club che abbia in mente di cercare il bomber del futuro non può che mettere il danese in cima alla propria lista, senza farsi il problema di programmare un investimento da fuoriclasse per un giocatore che certamente lo diventerà ma ancora non lo è.
Il secondo: l'imminente cambio di agente. Tutte le principali agenzie d'Europa hanno messo Hojlund nel mirino, studiando un percorso che possa valorizzarlo e farlo brillare fino ad accompagnarlo nella fase di “prime”. Nessuna di quelle emerse nelle ultime ore ha effettivamente sbaragliato la concorrenza, anzi. La decisione resta in sospeso ma verrà presa a stretto giro di posta, ovviamente accompagnata da uno dei più importanti affari della prossima estate di mercato. A Bergamo sono pronti a farsene una ragione, con annessa pioggia di milioni.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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