Il mercato italiano che torna sulla mappa del calcio internazionale è già, di per se, una notizia. Importante, fondamentale. Un piccolo passo, la Juventus è il grande traino ma anche l'Inter del nuovo corso la sta seguendo su un'importante scia. Il lavoro dei direttori sportivi, Fabio Paratici e Piero Ausilio, in questo è fondamentale. Stanno cercando di accontentare i nuovi rispettivi allenatori e se per quanto riguarda Maurizio Sarri, da una gavetta e da una vita abituato a plasmare il materiale a disposizione, comunque in un crescendo di richieste e volontà, dall'altra Antonio Conte non è un cliente semplice per gli uomini mercato nerazzurri. Le dichiarazioni di due giorni fa sul mercato "da una parte ci sono le parole, dall'altra i fatti", poi "siamo in ritardo rispetto ai programmi", non sono certo frasi di cui stupirsi nel contenuto, per la fonte, ma certamente per la tempistica. In fondo, Ausilio sta seguendo e non poco le indicazioni del tecnico sul mercato: un esterno da lui vidimato, Valentino Lazaro. Un centrale difensivo bravo in ogni sistema, un leader, Diego Godin. Due centrocampisti di regia, giovani, da presente e futuro, Stefano Sensi e Nicolò Barella. Il mercato finisce il 2 settembre, ha ragione Paolo Maldini e, alla fine dei conti, tra le grandi Juve e Inter sono quelle che già hanno mosso passi importanti accontentando i rispettivi tecnici.
La lamentela sembra così fuori luogo e nei tempi sbagliati, perché troppo anticipati. Anche perché le riunioni, continue, da parte di Ausilio e Marotta, proseguono giornalmente. Non è un caso se la dirigenza sta incontrando step by step intermediari e agenti delle trattative più calde e importanti a Milano e se non è andata in Asia con la squadra. Solo che non dipende esclusivamente dall'Inter: Mauro Icardi è fuori dal progetto ma di proposte multimilionarie, o anche meno, non sono arrivate sulla scrivania nerazzurra. La Juventus è al lavoro, sullo sfondo il Napoli è interessato ma tatticamente guarda altri giocatori (James Rodriguez e Malcom), avendo già Arkadiusz Milik come punta pesante in rosa. Poi la Roma, ovvio. Perché Edin Dzeko è l'altro oggetto del contendere: 20 la richiesta, 12 l'offerta. Chi segue da vicino la trattativa è certo che sarà il primo tassello a muoversi, che il bosniaco sarà un giocatore di Conte dopo che lo aveva sfiorato senza raggiungerlo al Chelsea.
Maurizio Sarri, dal canto suo, sta invece portando avanti una linea differente, aziendalista. Inevitabile. E' allo step più alto di una carriera sudata ed ha affidato il futuro del mercato bianconero nelle mani di Fabio Paratici. Contatti, riunioni. L'uomo mercato bianconero è una trottola: Parigi, Londra, Amsterdam. La sua è un'estate nuova, per un direttore di una grandissima: non solo attende alla corte, ma si sposta per dare segnali. Mandare messaggi. In soldoni: quando il direttore sportivo di un grandissimo club come la Juventus prende l'aereo per andare a chiudere una trattativa, da solo manifesta al club e al giocatore, al procuratore e all'intermediario, tutto il suo interesse. Una posizione di forza che Paratici si è guadagnato col tempo e che ha messo in mostra con Ramsey, Rabiot, De Ligt, ultimi di una lunga lista. Adesso aspetta, lui, un messaggio da Singapore. Il mittente? Gonzalo Higuain. Basta un sì, con la Roma è questione di dettagli. Le voci di Icardi in giallorosso raccontano sì di una possibilità al vaglio, di una trattativa che un altro uomo mercato al passo più importante della carriera come Gianluca Petrachi sta facendo, ma anche di un segnale per il Pipita. Alla Juve non ha la 9, non è il 9. E' in partenza, non come Icardi, fuori dal progetto, ma certamente fuori dalle prime gerarchie di Sarri. A lui la decisione, la Juventus gli ha già comunicato la propria volontà.
Appunti sparsi su questo pazzo, caldo, strano, mercato estivo. Eusebio Di Francesco chiede esterni agli uomini mercato della Sampdoria. E' l'estate dei tecnici nuovi in carica e subito pronti a mandar messaggi, impazienti: il mercato è così, lungo, purtroppo. Urge pazienza per tutti, anche per le liste e per le cessioni da mettere a segno. Sa, però, che Carlo Osti, Antonio Romei e il rientrante Riccardo Pecini sono al lavoro per garantire colpi di qualità: Emiliano Rigoni è ben più che una scommessa ma una certezza, in una rosa che cerca rinforzi per migliorare ancora l'ultima annata. Igli Tare sta costruendo la sua Lazio con profonda strategia: servivano due esterni, di qualità, presente e prospettiva, ha preso Jony e Manuel Lazzari. Dietro, un colpo, come Denis Vavro. Ora dovrà sì continuare a far fronte con le offerte per i gioielli, da Milinkovic-Savic a Luis Alberto e Correa, ma negli anni ha dimostrato di saperli sostituire ad hoc. Intriga molto il lavoro che stanno facendo da una parte Daniele Faggiano e il Parma, con soldi pesanti spesi per certezze (Roberto Inglese, Alberto Grassi) e giocatori pronti al salto importante (Yann Karamoh, Dejan Kulusevski). Dall'altra il Bologna: l'arrivo di Walter Sabatini, che sta lavorando, spiegano in Emilia, in una profonda sintonia e a braccetto con Riccardo Bigon, ha rilanciato l'entusiasmo di Joey Saputo. Il mercato è di quelli importanti e interessanti. Poi la Fiorentina: Daniele Pradè e Valentino Angeloni sono chiamati alla sfida più importante: rilanciare l'entusiasmo, che in una piazza come Firenze è sempre la cosa più difficile. I tempi si stanno allungando ma c'era da aspettarselo, col passaggio di proprietà avvenuto ben prima delle attese. Prima le cessioni, pure le svendite, poi gli acquisti, era la strategia premessa. Ora gli acquisti, promessi. Commisso e Firenze si fidano totalmente di loro
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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