Un anno e mezzo dopo l'ultima volta, Federico Bernardeschi ritrova il gol e si riprende la Juventus. Tanto che lo Stadium lo acclama e gli tributa una standing ovation, in una storia nuova, che riparte, dopo questo 2-0 condito dalla sua rete e dall'assist per Kean. Sarà che lo spirito natalizio rende la Juve più libera e leggera nel gioco e nell'approccio. Il Cagliari è in crisi di risultati e nella burrasca uruguaiana, con Godin e Caceres esclusi, ma l'idea tattica di Mazzarri è chiara: il traghetto davanti alle sponde del porto, scialuppe in mare e si salvi chi può. La strategia è quella del primo non prenderle, così la Juventus ha un bel da fare e da provare prima di riuscire a segnare. Allegri schiera in campo il 4-3-3, con qualche storia di riscatto, qualche ultima chance e qualche nuova vita pronta a iniziare. Da questo romanzo, dove la regia è affidata al redivivo Arthur, dove la fantasia è consegnata alle giocate di Bernardeschi e dove a Morata è richiesto di prendersi sulle spalle la Juventus, spunta Moise Kean. Dopo pochi minuti prende il palo di testa, al trentesimo in scivolata di rincorsa strappa applausi e dimostra di voler prendere a morsi un posto da protagonista in futuro. Ne conquista uno nel tabellino, al quarantesimo, col pullman di Mazzarri che non resiste all'ennesimo tentativo: Bernardeschi è in fiducia, la danza che porta al cross è un tango che partorisce un mancino esplosivo. Kean è sulla traiettoria, in quelle storie dove l'importante è esserci e non importa come: testa e gol, terzo in stagione, per prendersi una standing ovation.
Fortino Mazzarri
Nel centrocampo a tre di Allegri non funzionano però gli interni e non è certo un dato di poco conto. Stessa storia: Bentancur contiene ma non sfonda. Rabiot ha meno bollicine dello spumante aperto dello scorso anno e nella ripresa rimane negli spogliatoi per dar spazio a McKennie. Mazzarri non cambia subito, lo farà presto perché va bene difendersi ma c'è pure l'altra fase. L'attacco. A Joao Pedro è delegato tutto, perché il Cagliari gioca 4-5-1, baricentro bassissimo, e il trequartista Gaston Pereiro pensa solo a inseguire Arthur e non a creare. Un po' poco, per salvarsi. Al 61' Bellanova, certamente il migliore dei suoi, crossa dalla destra dopo una dormita di quelle post natalizie di Alex Sandro: cross in mezzo ma Dalbert conclude a occhi chiusi e quando li riapre la palla è fuori. Così entra Pavoletti per Joao Pedro.
Bernardeschi sotto l'albero
Al sessantottesimo, dopo una gara di fatto quasi inoperosa, Szczesny si desta dal torpore: Alex Sandro gioca una pessima gara e dalla sua il Cagliari sfonda sempre. Cross per Joao Pedro, testata ma il polacco è presente con una grande parata. Due minuti dopo, la Juve ne cambia tre anche perché si fa male Kean: dentro Kulusevski nel tridente con Morata che torna ufficialmente al centro. I bianconeri, però, padroni nel primo tempo, faticano a riprendere in mano le redini della slitta e il Cagliari prova a rovinarle il Natale. Niente da fare: Kulusevski accalappia un pallone su apertura errata di Zappa. La palla finisce a Bernardeschi dopo un assist in diagonale: l'azzurro guarda Cragno e segna il 2-0 di mancino. L'ultima volta nel luglio del 2020. Una liberazione, di un leader trovato, più che rinato. Lo spirito del Natale e la Juventus che sotto l'albero trova tante cose. Fiducia. Autostima. Nessun gol subito. E punti Champions pesanti.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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