Il Girone C di Serie C si è concluso con largo anticipo, perché a cinque giornate dal termine della regular season il Catanzaro ha già centrato la promozione in Serie B; categoria nelle quale le aquile calabresi mancavano da 19 anni.
E una curiosa analogia si registra proprio con quella stagione, la 2003-2004. Come è successo questo anno, al secondo posto del raggruppamento vinto dai giallorossi, si piazzò il Crotone (guidato dall'attuale allenatore dell'Atalanta Gian Piero Gasperini), seppur con uno stacco nettamente inferiore a quello attuale: gli squali chiusero allora a -2 dalla vetta, attualmente sono a - 16. Ricordiamo intanto che gli squali hanno avuto la certezza matematica del secondo posto perché - dopo il ko del Foggia - possono essere eventualmente raggiunti in classifica solo dal Pescara, che ha però gli scontri diretti a sfavore: quindi, anche in caso di parità di punteggio, sarò il Crotone la miglior piazzata.
Il Catanzaro torna in B: dall'epopea Palanca all'inferno. Fino alla rinascita con Noto
La Serie B per il Catanzaro è un sogno lungo quasi vent’anni passati fra fallimenti e amarezze. Il traguardo tagliato ieri dopo un lungo inseguimento somiglia dunque alla realizzazione di qualcosa che negli ultimi anni era stato sempre più concreto senza però mai regalare quella gioia tanto attesa. L’ultima promozione in Serie B era datata 2004 a ci però fecero seguito due stagioni difficili e la scomparsa del sodalizio che pur negli anni ‘60-70 aveva fatto sognare un’intera regione conquistando prima la Serie B e poi anche la Serie A nel 1971, con in mezzo una finale di Coppa Italia, datata 1966, persa ai supplementari con la Fiorentina.
La cronistoria del club dopo quei successi è costellata di inciampi come riporta Il Corriede dello Sport: “La Calabria varcò per la prima volta il traguardo della serie A grazie alla squadra allenata da Gianni Seghedoni col furetto Angelo Mammì a segnare le reti decisive. La prima stagione in A regalò grandissime emozioni e una retrocessione all’ultima giornata, Passò qualche anno e, dopo uno spareggio perso a Terni contro il Verona, il presidente Ceravolo riuscì a riportare il Catanzaro in serie A con Gianni Di Marzio in panchina e con l’epopea di Massimo Palanca, il bomber baffuto famoso per le sue 13 reti da corner. Dopo una retrocessione e l’immediata risalita in serie A con Giorgio Sereni (1977/78), Ceravolo riuscì a salvare la categoria, ingaggiando Carletto Mazzone, prima di passare la mano al presidente Adriano Merlo che riuscì a mantenere la formazione giallorossa in serie A fino al 1983. - continua il quotidiano - Nella stagione 1982/83, però iniziò una discesa inesorabile con lacerazioni tra il pubblico abituato a vedere le grandi squadre sul proprio terreno e dirigenze che non riuscivano a mantenere le promesse iniziali, nonostante col presidente Pino Albano si siano registrate due promozioni in serie B con Gibbì Fabbri (1984/85) e Claudio Tobia (1986/87) e sfiorato la promozione in serie A nel 1988, scippata da decisioni arbitrali mai digerite. La retrocessione in C1 fu inevitabile un paio di stagioni dopo e arrivò anche il peggio con lo spareggio vinto sul campo contro il Nola (giugno 1991) ma perso nelle aule giudiziarie sportive con la retrocessione, per decisione della Caf, in C2 dove ha vissuto stagioni tribolate in un turbinio di dirigenze, allenatori e calciatori immediatamente dimenticati. L’avvento della famiglia Noto nel luglio 2017, ha dato basi economiche solide a una società che non ha mai perso il patrimonio tifosi e, pur non riuscendo a vincere mai i playoff, ha gettato le basi per arrivare alla riconquista della serie B”.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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