Diceva Giovanni Trapattoni che gli allenatori si dividono in due categorie: chi è già stato esonerato, e chi lo sarà.
Quest’anno il viaggio completo finora l’hanno percorso solo in due, Davide Ballardini e Lorenzo D’Anna. Dopo dieci giornate di Serie A, ovvero il primo quarto di campionato, è lecito poter dare i voti a quanto fatto finora dagli allenatori - ricordando che son mica bocciature, c’è tempo per affidarsi agli insegnati di sostegno (sempre che non ti espellano dalla scuola…).
GASPERINI (Atalanta): 5.5 - La botta dell’eliminazione in Europa League ha lasciato strascichi nella testa e nella preparazione. E in più, la gente ha cominciato a capire quanto importante fosse Ilicic, in sua assenza. Ma la freccia per Gasperini è verso l’alto: ha recuperato ordine tattico, ha rianimato le truppe, e l’Atalanta è in costante miglioramento.
F.INZAGHI (Bologna): 5 - L’inizio è stato disastroso, a dir poco. Squadra spenta, tattiche prevedibili, scelte incomprensibili. Però va ricordato che la squadra affidatagli è terribilmente impoverita. Adesso lentamente sta lavorando sui pochi motivi di fiducia. La strada è lunga.
MARAN (Cagliari): 6.5 - Pochi mesi ma ha già il comando chiaro della squadra. Integrato perfettamente in una società solida, ha un visibile piano tattico. Un paio di stop indiscriminati bilanciati da un paio di risultati importanti. Lavoro in ascesa.
VENTURA (Chievo): Non Giudicabile - Lo stesso voto che prese dopo Italia-Svezia. Ma lì perché il suo non era stato un lavoro giudicabile come quello di un allenatore professionista; qui invece perché oggettivamente dopo due partite sarebbe ingeneroso anche verso il peggiore dei nemici (tuttavia nelle due partite giocate finora, la squadra è sembrata andare completamente per i fatti propri).
D’Anna 5: incredibile come avesse quasi strappato il pareggio all’esordio con la Juve. Poi, penalizzazioni e limiti tecnici hanno eroso la fiducia.
ANDREAZZOLI (Empoli): 6 - A dispetto del terzultimo posto, l’Empoli ha esposto un calcio più che degno della Serie A. Paga i limiti difensivi, ma in 10 giornate non ha praticamente mai sbracato. Deve conservare l’autostima, e non potrà che crescere.
PIOLI (Fiorentina): 7 - Leggermente appannato ultimamente, ma in generale la Fiorentina dei ragazzi terribili è una delle vere novità di questo campionato. Guardate l’età media della squadra, e la (non) esperienza dietro.
LONGO (Frosinone): 5 - Avessimo scritto l’articolo 10 giorni fa, il voto sarebbe stato moooolto più basso. Ma i 4 punti nelle ultime due partite, e soprattutto le prestazioni quantomeno di carattere, indicano che quantomeno c’è l’impegno di andare oltre le proprie evidentissime lacune.
JURIC (Genoa): Non Giudicabile - Anche per lui due partite non possono fare testo. Ma l’outlook è totalmente diverso da quello mostrato da Ventura. Sembra continuare sull’onda lunga dell’ottimo lavoro impostato dal predecessore.
Ballardini 7: un esonero incomprensibile. La valorizzazione di Piatek. La lusinghiera posizione di classifica nonostante una difesa a tratti impresentabile. Non è un paese per allenatori.
SPALLETTI (Inter) 9: Sta facendo un lavoro pauroso. Questa Inter non sarebbe sulla carta nemmeno un poco seconda. L’anno scorso aveva preso 30 punti di distacco da Juve e Napoli. In Champions ha acceso le anime. Può perfino recriminare per sfortune arbitrali. Ma quello che è più importante, l’ha fatto con una costanza di prestazione a cui non è venuto meno, dal Tottenham in poi. Adesso arriva il più difficile storicamente per l’Inter: non illudersi e rimanere credibile.
ALLEGRI (Juventus) 8.5: In Serie A si è fermato solo mezza volta, ma oggettivamente il gioco è stato sicuro ma niente di particolare, spesso salvato dalla grazia e dalla tigna di Cristiano. In Champions però è dopo il Barcellona la squadra più forte vista finora. Del resto, essere sicuri in campionato gli basta.
S.INZAGHI (Lazio) 7: Gli si può rimproverare il fallimento nei big-match. Ma la Lazio non sbaglia tutte le altre partite, e il quarto posto è oltre le proprie possibilità, accompagnato dalla preziosisma vittoria europea a Marsiglia.
GATTUSO (Milan) 5: Il voto non è malaccio, perché alla fine con una vittoria contro il Genoa sarebbe quarto. Però certo è un’evidenza la povertà del gioco milanista, accoppiata a scelte di formazione davvero rivedibili, per non parlare del girone di Europa League dove dovrà sudare fino all’ultima partita al Pireo. Però la squadra è con lui. Non si può però perdere altro terreno.
ANCELOTTI (Napoli) 9: Oggettivamente la squadra migliore vista sul piano del collettivo. La cosa che inorgoglisce per un allenatore è che ha fatto quasi sempre quello che doveva fare, tranne nei primi tempi con Stella Rossa e Roma, e in casa della Sampdoria. Ma sta spaventando in Champions squadre che hanno il doppio del suo fatturato.
D’AVERSA (Parma) 6.5: La cosa che stupisce di più è come soprattutto lui ancor prima della squadra si sia adattato tanto in fretta alla Serie A. Allenatore all’italiana nel buon senso della parola, quello realista.
DI FRANCESCO (Roma) 5.5: Certo l’ottavo posto per una squadra che dovrebbe essere al secondo suggerirebbe altro. Ma si è ripreso brillantemente da un settembre disastroso, sbagliando poi solo in casa contro la Spal, e procedendo spedito in Champions. Il punto è che ci vuole tempo a riassemblarsi dopo le cessioni chiave, e il cattivo stato di forma di alcune colonne non fa che complicare il compito.
GIAMPAOLO (Sampdoria) 7: Ormai è una sicurezza. Partenza sparata. Il pericolo per lui come l’anno scorso è non riuscire a continuare a motivare a dovere la squadra quando la posizione tranquilla sarà raggiunta.
DE ZERBI (Sassuolo) 8: La benedizione di Guardiola è la ciliegina. De Zerbi in poche settimane è diventato una delle proposte più credibili, sapendo con intelligenza intervenire sulla fase difensiva. Prospettive illimitati.
SEMPLICI (Spal) 7: Prima dell’incomprensibile stop con il Frosinone, la squadra non si era praticamente mai fatta mettere sotto da nessuno. Occhio a non farsi illudere dalla distanza appunto dai ciociari e dal Chievo.
MAZZARRI (Torino) 5: Certo, con un altro Belotti chissà dove sarebbe. Però la sensazione è sempre quella di vedere una squadra a cui manca l’ultimo passo per osare. O manca al suo allenatore?
VAZQUEZ (Udinese) 6: Ottobre l’ha ricacciato indietro. Ma ha fatto ricredere parecchi, compreso chi scrive, sul fatto che fosse pronto. Ma l’unico punto nelle ultime 5 partite pone una sfida molto grossa dal punto di vista psicologico.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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