La fase finale del campionato Primavera 1 non smette di regalare emozioni. Se il doppio 2-2 delle due sfide dei playoff aveva tenuto col fiato sospeso tutti gli appassionati, nella prima delle due semifinali Atalanta e Torino hanno voluto proprio esagerare. Alla fine, l’ha spuntata la giovane Dea con un pirotecnico 4-3, maturato al termine di una partita infinita nella quale sono stati necessari i tempi supplementari per decretare il nome della prima finalista della massima categoria del calcio giovanile italiano. Una festa del gol alla quale si è scritto anche uno degli uomini chiave della grande stagione costruita dall’Atalanta. Uno di quei talenti forse meno da copertina rispetto ad altri ma che, quando conta, ha dimostrato di poter essere tremendamente decisivo.
Via alle danze - Già, perché la notte del Tardini porta indelebile anche la firma di Nicolò Cambiaghi. Un ragazzo partito dal cuore della Brianza, coi primi calci nella Vimercatese Oreno, e che è arrivato a Zingonia a otto anni, facendo sì che il nerazzurro dell’Atalanta divenisse una vera e propria seconda pelle. Il 2018-19 ha rappresentato la stagione dell’esplosione per l’esterno offensivo classe 2000. Dopo una trafila nel vivaio bergamasco compiuta con regolarità, senza bruciare le tappe e lavorando con pazienza e determinazione per affinare sempre più le qualità e limare i difetti del suo profilo, Cambiaghi ha vissuto un’annata da incorniciare proprio nel momento più delicato ed importante del percorso: quello del salto dal calcio giovanile a quello dei grandi. Le 31 presenze condite da 9 reti raccontano di un giocatore determinante negli equilibri della squadra allenata da Massimo Brambilla, che difficilmente se ne è privato e che non a caso ha puntato su di lui anche in quella che, fino a ieri sera, è stata la partita più importante e delicata della stagione. Una fiducia ripagata nel migliore dei modi, con la stoccata che ha aperto le danze nella semifinale contro il Torino: sinistro chirurgico con bacio al palo più lontano prima di terminare dolcemente in rete la sua corsa. Il tutto per concludere un’azione corale che rappresenta il manifesto di un’Atalanta che, proprio come quella di Gasperini, costruisce le vittorie attraverso un gioco con pochi eguali.
Studente del pallone - Cambiaghi ha già potuto confrontarsi con l’atmosfera che si respira in prima squadra. Le due convocazioni in panchina, una in Serie A e l’altra in Coppa Italia, rappresentano il giusto premio per un ragazzo che ha dimostrato di poter diventare uno dei leader tecnici della Primavera. Una crescita esponenziale quella che ha visto protagonista Nicolò, che una volta acquisite maggiore autostima e convinzione nei propri mezzi è sbocciato in tutto il suo talento. Dotato di un’ottima tecnica individuale che gli consente di essere sempre molto pericoloso col pallone tra i piedi, Cambiaghi agisce prevalentemente sulla corsia mancina, dalla quale può rientrare per armare il destro oppure per liberare spazio alla sovrapposizione della mezzala o del terzino. Il piede debole, poi, è tale soltanto di nome, come dimostrato dal sinistro delizioso che è valso il vantaggio nel match contro il Toro. Il prossimo step di crescita dovrà invece essere rappresentato dal rafforzamento della struttura muscolare, passaggio necessario per potersi proporre in tutte le sue qualità per il salto nel calcio dei grandi. Ma prima c’è una stagione da chiudere in bellezza, con un traguardo dentro e uno fuori dal campo già messi nel mirino. Il primo è lo scudetto Primavera, il secondo l’esame di maturità per completare il percorso di studi in ragioneria. E guai a porre limiti a questo virtuoso studente del pallone: di questi tempi, Nicolò, tende a superarli senza pensarci due volte, spostando sempre più avanti i propri orizzonti.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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