Dieci giorni e finisce il mercato. Se questa notizia vi intristisce avete un problema. Procediamo.
L’Inter ha giocato una partita discretamente brutta a Lecce. I padroni di casa hanno alzato le barricate in modo intelligente ed efficace, i loro avversari non hanno trovato alternative a un atteggiamento per una volta più “spallettiano” che “contiano” (tanti cross, quasi tutti innocui). Questa cosa è costata due sanguinosi punti in classifica, è vero, ma ha anche ridato fiato a tutti quelli che da troppo tempo non avevano un pretesto per dire “fa tutto schifo”. Ora invece l’hanno trovato: “Fa tutto schifo, finirà malissimo, addio sogni di gloria”. Dipende dall’idea di “gloria” di ognuno. Vincere lo scudetto era complicato e ora lo è anche di più, crescere per riuscire a diventare vincenti nell’arco di un biennio, invece, è più che possibile. E ora? Per lo scudetto serve un piccolo "miracolo sportivo" ma questo sì sapeva già.
L’Inter resta vicinissima a Eriksen. Il brontolio dei più è noto: “Ma perché non lo prendono subito? Prendetelo subito!”. E vai a capire certi insoddisfatti: invece di essere felici per un affare davvero “raro”, si lamentano per le tempistiche. L’Inter non si diverte a temporeggiare, semplicemente sa che con il passare del tempo le speranze di chiudere alla cifra prevista (15-17 milioni), aumentano. “Ma prendetelo subito noooo!?”. Tanto son mica soldi loro…
L’Inter è a un passo da Moses. Molti dicono: “Cosa se ne fa Conte di uno perennemente rotto?”. Altri rispondono: “Se lo vuole Conte ci sarà sicuramente un perché”. Noi optiamo per una terza ipotesi, buttata là: nell’ambito del possibile passaggio di Giroud ai nerazzurri il Chelsea ha inserito nel pacchetto cotanta ala. Una specie di accordo: “Voi fategli fare qualche presenza così a giugno lo piazziamo da qualche parte”. Ma magari invece è davvero un desiderio di Conte e non abbiamo capito nulla.
Il Milan è tornato a vincere. All’ultimo minuto, tra l’altro. Quando vinci all’ultimo minuto la componente “culo” ha la sua importanza. Badate bene, qui si sostiene da sempre la componente “culo”, perché il culo, da sempre, sceglie la via di chi ha le idee chiare o le sta cercando. Il Milan sta finalmente seguendo un percorso logico. Merito di Ibra? Certo, soprattutto suo, ma anche di Pioli, che ha finalmente dato un senso a un gruppo costruito senza troppa logica.
Il Milan cerca un English Digital Media Editor. L’ho letto da qualche parte. Appena capisco cosa significa vi dico.
La Juve vince praticamente tutte le partite. Quelle senza Ronaldo, quelle con Ronaldo. Ecco, Ronaldo. Ricordate? Era sul viale del tramonto. Oh, lo dicevamo noi: giornalisti, opinionisti, barsportisti. Mica tutti, ma qualcuno sì. E ovviamente ci ha smentito. Ma c’è chi insiste: “Senza Ronaldo la Juve gioca meglio, tipo con l’Udinese”. Oh, forse è vero, ma ricordiamo che Sarri non è un pirla e tra “giocare meglio e non avere questo Ronaldo” e “giocare peggio e avere questo Ronaldo” preferirà sempre la seconda. Giustamente.
La Juve salvo clamorose uscite non farà mercato in entrata. Ed è giusto così.
Il Napoli non sembra più una squadra, ma una puntata di Uomini e Donne. E questa stronzata la scriviamo con l’amarezza di chi aveva messo questo gruppo “serenamente sul podio della serie A”. Ce l’avrebbe fatta se a monte (De Laurentiis) ma anche tra i giocatori (i nomi fateli voi) non avessero deciso di giocare a uno sciagurato tutti contro tutti.
Il Napoli ha preso Amir Rrahmani, 25enne difensore kosovaro. Resterà in prestito al Verona fino a fine stagione. Mica scemo.
La Lazio è forte.
La Lazio ha un attaccante che 3 anni fa aveva ben poco mercato. Lo ha preso Tare a 8,5 milioni. Da quel giorno ha segnato 112 gol. Tare è bravo.
La Lazio nella persona del suo presidente (Lotito) ha chiesto un risarcimento da 50mila euro ai tifosi denunciati per “saluti romani” durante Lazio-Rennes del 3 ottobre scorso. Ha mandato una lettera a casa. Lotito sarà fatto a modo suo, utilizzerà metodi poco ortodossi, avrà pure tutti i difetti del mondo e non riceverà un euro dai “colpevoli”, ma è un genio.
Amadeus non c’entra nulla con questo editoriale ma è trattato come un nuovo Pacciani. L’Italia del “perbenismo interessato” fa ridere.
Buona lettura, se vi va.
Rompono tutti le balle ad Amadeus. Oh, tutti: politici, attori, soubrette, opinionisti, tuttologi, gente che ha bisogno di dire “io esisto”, fanatici, astrologi, astronomi, astrofisici, cantanti esclusi, forse persino Papi (non Enrico). Lo fanno in tv, sui giornali, alla radio, soprattutto nei social che prima o poi metteranno a pagamento (un cent per ogni tweet e vedi che bella scrematura) ma al momento no, sono terreno fertile per ogni genere di puttanata, frase retorica, tentativo meschino di farsi belli a spese degli altri: “Guarda quello quanto è stronzo, mica come me che sono buono e puro”.
Amadeus in questo senso è un piatto prelibatissimo: è il presentatore dell’evento che più evento non si può (il Festivàl) e, quindi, ti regala visibilità a prescindere; è buono di suo e, quindi, non hai paura che a un bel punto ti risponda “oh, hai rotto la fava”; è uno che ce l’ha fatta solo con le sue forze e, quindi, provoca invidie bestiali; ha 57 anni e si chiama Amadeus e, quindi, ti viene facile pensare “se gli rompo l’anima se lo merita pure, con quel nome lì”.
Le faccende sono note: prima c’è chi gli ha dato del disonesto per aver concesso un’esclusiva a un quotidiano (ormai si campa di conferenze stampa), quindi sono entrati a gamba tesa per una frase rivolta alla fidanzata di Vale Rossi: “Francesca Sofia Novello? Sa stare un passo indietro rispetto a un grande uomo”. Ecco, questa uscita che in altri tempi sarebbe stata valutata per quello che è (forse una mezza minchiata, ma detta certamente senza cattiveria o intenti sessisti) nell’epoca del politicamente corretto si è trasformata in un assist succulento per gli affamati di indignazione.
Sono spuntati come lumache dopo l’acquazzone: gli hanno dato del sessista, hanno chiesto la sua testa, lo hanno definito «irriguardoso» e così facendo si sono auto-lisciati il pelo, perché in ogni sentenza era sotteso un pensiero (“io sì che sono buono e attento a tutti, persino alla Novello, altro che l’indegno presentatore”).
Ecco, sì, insomma, è giunta l’ora di dire che tutto questo perbenismo, tutta questa finta indignazione, tutta questa cattiveria buttata addosso al malcapitato di turno non è espressione di un mondo finalmente “attento”, ma esattamente il contrario: viviamo in un’epoca fasulla come banconote da 3 euro, il guaio è che in troppi ci cascano come tanti poveri fessi.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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