Generazioneditalenti.com intervista in esclusiva il responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, Mino Favini, per molti addetti ai lavori e dirigenti un punto di riferimento ed un esempio. L’abbiamo interpellato su vari temi riguardanti uno dei migliori (storicamente) vivai italiani. Ecco come ci ha risposto.
Buongiorno signor Favini, grazie della disponibilità. Partiamo dal fatto che quest’anno in prima squadra sono stati inseriti altri ragazzi provenienti dal vivaio nerazzurro, oltre a quelli già in rosa. Stiamo parlando di Gagliardini e poi dei vari ritorni dai prestiti (Baselli, Konè, Sportiello). Cosa ci dice in merito?
Sono tutti ragazzi nei quali crediamo, la società aveva pensato nei casi che hai citato tu di fargli fare un’esperienza in prestito. Avendo portato a termine bene queste esperienza chi in B chi in Lega Pro abbiamo deciso di richiamarli perché sono giovani importanti anche se vanno inseriti in prima squadra gradualmente. Relativamente a questo, molto contento che Baselli si stia ritagliando il suo spazio anche nell’Under 21. Su Gagliardini abbiamo notato una crescita notevole del ragazzo, specie nell’ultimo anno. Diciamo una crescita sotto tutti i punti di vista, pure in altezza, tant’è che ora rasenta il metro e novanta, inoltre ha doti tecniche di primissimo piano che deve imparare a mettere a profitto. Gli manca un pizzico di esperienza, finora non è stato ancora impiegato ma arriverà anche il suo momento.
Come commenta le parole del presidente Percassi dei giorni scorsi che ha dichiarato di voler aver nel giro di un paio di anni otto-nove ragazzi del vivaio in prima squadra? In questo contesto rientrano giocatori come Gatto, Molina, Zappacosta che sono in Under 21 ma giocano altrove, nonostante l’Atalanta detenga ancora il cartellino?
Abbiamo fuori tanti ragazzi che stanno facendo esperienza in C2, in C1, chi anche in B.
Oltre a quelli che hai citato ce ne sono tanti altri. Io spero che la società sarà attenta nel valutare le loro posizioni e cercare eventualmente di ampliare la rosa con ragazzi formatisi nel settore giovanile.
Prima sosta del Campionato Primavera dopo due giornate, prime impressioni di Mino Favini dopo le prime due giornate con i ragazzi di Bonacina in testa a punteggio pieno.
E’ presto per tirare dei giudizi, le prime due gara sono state fatte abbastanza bene. Chiaramente bisognerà aspettare qualche prestazione significativa, comunque le nostre squadre hanno sempre una buona espressione di gioco, quindi credo che anche quest’anno i ragazzi si possano togliere delle soddisfazioni.
Uno degli aspetti fondamentali della politica del vostro settore giovanile è quello di scegliere i ragazzi sin da quando sono ancora bambini. Sono selezionati soprattutto in Lombardia perché fino a 14 anni non c’è la possibilità del cambio di regione. E’ un qualcosa che puoi può rivelarsi molto fruttuoso, perché, per fare un esempio, i ragazzi che hanno disputato la finale del campionato Primavera la scorsa stagione erano insieme praticamente da sempre, a parte qualche ragazzo che è stato aggiunto poi.
Sì, erano tutti o quasi ragazzi provenienti dalla nostra attività di base, dalla scuola calcio, seguiti sin da bambini.
Questa è un politica che poi paga nel tempo, anche se è normale che ci siano periodi buoni e meno buoni. Io dico sempre una cosa, i talenti non si creano, nascono. Però i buoni giocatori si possono formare. Penso che l’Atalanta sia attenta a questo tipo di lavoro per creare dei buoni giocatori che possano poi diventare professionisti.
L’Atalanta è una delle società che investe maggiormente sul settore giovanile, ha detto il presidente circa quattro milioni all’anno. Anche in futuro questo andrà avanti?
Quello di cui parli non è riferito all’acquisto di giocatori. Questi sono soldi che vanno considerati nella misura in cui la società ci offre la possibilità di lavorare in un ambiente ideale. Tu hai mai visto Zingonia?
Sì.
Avrai visto che ormai è uno dei centri sportivi più belli che esistano a livello professionistico.
E’ un centro sportivo da cui ne può trarre vantaggio anche il settore giovanile perché si può lavorare in un ambiente di un certo tipo. Io dico che per certi versi è un paradiso per come sono gestiti i campi e tutto il resto.
Hai visto le limonaie? E’ incredibile a dirsi, a Bergamo viviamo in mezzo ai limoni. Tutto questo è dovuto al presidente Percassi ed ai mezzi che la società ci mette a disposizione.
Lei ha detto prima una cosa molto interessante: i campioni nascono e non si formano. Siccome a Zingonia sono cresciuti giocatori come Gabbiadini, Pazzini, Montolivo, Bonaventura e tanti altri (in passato anche Scirea), le chiedo: in questi elementi si intravedevano qualità così importanti sin da quando erano ragazzini?
Sì ma nemmeno Gabbiadini, Montolivo e Pazzini sono fenomeni….sono degli ottimi calciatori di serie A che sono cresciuti da noi ed è una cosa che succederà ancora, all’Atalanta ne cresceranno altri, però è chiaro che già quando hanno 15 o 16 anni si intravedono le possibilità di questi ragazzi. Poi qualcuno riesce a raggiungere l’obiettivo, qualcun altro magari sciupa anche le qualità che ha a disposizione, perché magari non vuol capire che chi è nato bravo ha il dovere più degli altri di mettere in risalto le proprie qualità.
Può essere Mario Pugliese il nuovo gioiello che anche agli europei under 17 si è dimostrato un giocatore incredibile?
Lo spero, è un ragazzo eccezionale per quanto si impegna in campo. E’ un talento notevole per le qualità ma anche per la generosità che ci mette agonisticamente non solo in ogni sua partita ma anche in ogni suo allenamento. E un esempio per tutti gli altri, speriamo quindi che il prossimo possa essere Mario Pugliese.
Lei è una sorta di guru degli osservatori italiani, un esempio da seguire per molti addetti ai lavori…
(ride) Sì per gli anni sì
A parte gli scherzi è contagiosa la sua euforia la voglia non le manca complimenti!
No no è chiaro. Ti possa servire da esempio questo: io non più di quaranta giorni fa sono stato operato all’anca perché cominciava a darmi dei dolori. Beh, io già da quindici-venti giorni rifrequento Zingonia senza stampelle ed il dolore è superato. Questo è amore e passione per quello che si fa.
Ci parli di Mino Favini da giocatore
Ero una mezzala, le squadre più importanti in cui ho giocato sono state l’Atalanta del 60-61 e quella 61-62.
Ho avuto l’onore di far parte di una squadra che in mezzo al campo aveva un quadrilatero (formato da due mediani e due mezzali) ed io ero un po’ il portatore d’acqua del centrocampo. C’erano giocatori del calibro di Nielsen e Maschio.
Con così tanti anni di Atalanta sia da calciatore che da dirigente le chiedo quale è stata a suo giudizio la miglior Atalanta di sempre.
Vivo nella realtà Atalanta da moltissimo, ma non riesco a dirlo. L’Atalanta ha sempre avuto delle ottime squadre e speriamo che anche quest’anno riesca ad ottenere l’obiettivo principale che è la salvezza, non facciamoci illusioni.
Un’ultima cosa. Lei è molto attento anche alla formazione umana dei suoi ragazzi. A quali aspetti dei loro comportamenti tiene fortemente?
Te li riassumo in tre impegni che i ragazzi hanno a cui devono interessarsi e seguire per ottenere risultati. Sono per me tre obblighi: prima di tutto la famiglia, che è la cosa più importante che hanno, secondariamente la scuola che è il loro impegno giovanile e lo devono portare a termine, il terzo è il calcio approcciato in modo serio se si vuole giocare nell’Atalanta o in una squadra professionistica.
Autore: Redazione TA / Twitter: @tuttoatalanta
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