Una disfatta epocale, storica, che ci rimanda indietro a... Difficile ricordarlo. Era il 1957, contro la Jugoslavia, addirittura in casa per un 1-6. Per la prima volta l'Italia perde contro la Germania nei novanta minuti in una competizione ufficiale. Non era mai successo, se non nel 2016, quando a Bordeaux i tedeschi erano passati, sì, ma ai rigori. Con Pellè e Zaza come mattatori dalla parte sbagliata della storia. Il problema è che le buone notizie terminano qui, perché il 5-2 con cui la Germania asfalta la Nazionale è il giusto divario per quanto visto in campo. Una questione squisitamente tecnica, in primis. Anche Mancini ci ha messo del suo e la domanda è sempre la stessa: può essere l'uomo giusto per la nuova Nazionale?
È una domanda a cui non c'è risposta. Almeno non adesso. Perché prima la riconoscenza era dalla parte dei giocatori, stavolta è del tecnico. Vero è che prima erano cinque punti in tre partite. Ma l'unica vittoria è con l'Ungheria, buona ma sofferta soprattutto alla fine. Detto che questa non è la Nazionale A, troppo facilmente si è detto che ci sono tanti giocatori buoni già in rampa di lancio. Non è vero. Ma è pacifico, invece, che ci sia una differenza pazzesca in questo momento con le migliori del mondo.
Nel primo tempo l'Italia non capisce praticamente nulla. Sospinta dai tre trequartisti e da un Werner centravanti spesso ombra, la Germania riesce a costruire tantissimo, con facilità quasi irrisoria. Vero è che c'è una sontuosa palla gol per Raspadori, che arriva con i tempi giusti sulla palla di Politano, ma dall'altra parte la Mannschaft sembra in condizione di potere straripare. Tanto che nonostante il 2-0 il migliore in campo è nettamente Donnarumma che, come contro l'Argentina, para qualsiasi cosa eccezion fatta per un tocco ravvicinato di Kimmich e il rigore di Gundogan. La sensazione è che Mancini abbia sbagliato l'approccio alla gara, ancora prima che schieramento tattico, comunque rivoluzionato nell'intervallo.
Anche perché il possesso palla è della Germania con una percentuale bulgara: per tre quarti del tempo la sfera è fra i piedi tedeschi, con Neuer che deve fare un solo intervento a giustificare la sua fama. Oltre a Luiz Felipe entrano Scalvini, che ha un bell'ingresso calamitando il pallone più volte, e Caprari. Una Nazionale che si potrebbe definire C, ma che ha un sussulto nei primi cinque minuti del secondo tempo fra Cristante e alcune giocate al limite dell'area che potrebbero avere migliore fortuna.
Dura tutto troppo poco perché al primo affondo arriva il 3-0: Sané per l'accorrente Raum, palla in mezzo che Spinazzola rinvia male, ciccando. Donnarumma, disorientato, non arriva sulla conclusione di Muller. E ricomincia quindi il martellamento con la Germania nettamente più in forma, più tecnica, più fisica, più tutto. Anche più in fiducia: Werner ne sbaglia quattro e poi ne fa due, probabilmente i più facili della sua carriera. Alla fine arriva il gol della bandiera di Gnonto e il last minute gol di Bastoni, ma niente conta più. Il giusto coronamento per un mese straordinario, quello di Euro2020, e undici orribili, dal rigore di Jorginho in poi.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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