Dopo una prestazione un po’ opaca mostrata contro il Lecce e una bella vittoria sul Genoa la Dea ha subito l’opportunità di ricominciare a mettere fieno in cascina domenica contro il Novara.
Alla guida dei piemontesi uno rispolverato Mondonico che dopo le note vicissitudini sulla sua salute è tornato ad allenare sul palcoscenico che conta: la seria A. Gli azzurri sembravano sprofondare inesorabilmente verso la serie B ma le ultime due prestazioni hanno dato qualche debole segnale di vita: un buon pareggio contro il Cagliari e una sorprendente e fortunosa vittoria contro l’Inter.
Durante il calciomercato invernale sono stati acquistati Mascara e Caracciolo. Sommati all’ingaggio del tecnico bergamasco, più avvezzo alla serie cadetta, la sensazione è quella di una società che sta già programmando la prossima stagione in serie B.
Il “Mondo” sta attuando il modulo ad albero di Natale: il 4 3 2 1 per supportare la fantasia e la tecnica di Rigoni e Mascara alle spalle del pilone offensivo Caracciolo.
ANALISI DELLA SQUADRA
Il pacchetto difensivo non è all’altezza della situazione, condivide col Genoa il titolo di maggior numero di gol subito ma se per i genovesi si tratta di disattenzione e di un assetto difensivo ballerino per i piemontesi il discorso è una conferma di un’inadeguatezza a livello tecnico tattico dei difensori.
Se Gemiti, Lisuzzo e Centurioni hanno galleggiato per svariati anni nelle serie minori e si sono affacciati nella massima serie solo dopo i trent’ anni un motivo c’è e si vede. Per il terzino destro invece la scusa non è di certo l’età poiché sia Morganella (squalificato)sia il suo sostituto Garcia sono giovani ma per ora non sembrano sul trampolino di lancio per fulgide carriere. Il miglior difensore della rosa è Paci ma è dato in panchina.
A centrocampo mancheranno gli squalificati Porcari e Radovanovic che stanno conducendo un discreto campionato e dovrebbero giocare Jensen, Pesce e Marianini. Già dai nomi si intuisce che la mediana novarese non è custodita da guardiani irreprensibili. Il danese è a fine carriera: ha lasciato il Werder Brema dopo sette stagioni nelle quali non ha lasciato un solco indelebile nei cuori dei tifosi tedeschi e ha rimandato la pensione trovando con grande gioia uno stipendio in quel di Novara. Per Pesce e Marianini il discorso è simile a quello riguardante i difensori: sono giocatori trentenni e mediocri più adatti alle serie minori.
Per l’attacco il concetto è profondamente diverso. I due fantasisti sono Rigoni e Mascara. Per il numero dieci scuola Juve si tratta di una seconda giovinezza; partito con tante belle speranze si è perso nelle intricate trame delle serie inferiori. Quest’anno però si sta affermando come buon giocatore con ottime prestazione condite da gol e assist. Ormai trentaduenne rientra di diritto nella categoria dei giocatori che hanno gettato via una possibile buona carriera. L’ex Catania ha provato a fare il salto di qualità andando a Napoli ma l’unica traccia lasciata al San Paolo è quella del suo fondoschiena sulle comode poltrone della panchina biancoazzurra. E’ un calciatore dotato di grande tecnica, è capace di grandi giocate estemporanee ed è dotato di ottimo dribbling. Alle soglie dei trentatre anni finisce nella stessa categoria di Rigoni. La punta è Caracciolo che, nonostante il bel gol di domenica scorsa a San Siro, ha ampiamente dimostrato che la serie cadetta è gli calza meglio: in serie A è uno dei tanti.
LA PARTITA
Gli azzurri hanno fatto qualche punto perché, come il Lecce, quando non si ha più niente da perdere si gioca meglio e con più scioltezza. La rosa del Novara non è all’altezza di quella bergamasca e probabilmente è destinata alla retrocessione. Se i piemontesi dovessero perdere il loro destino sarà praticamente segnato: quale migliore occasione di questa per affossare una diretta concorrente alla salvezza e per stare aggrappati al gruppo di Parma, Fiorentina e Catania?
Facendo quelli politicamente corretti dovremmo affermare che: tutte le partite sono importati alla stessa maniera e il Novara è un avversario tosto che ci darà filo da torcere, non ci sentiamo superiori a nessuno perché ogni partita è diversa dalle altre e i piemontesi nel complesso hanno una buona squadra. Queste sono le frasi di circostanza che ci propina il mondo pallonaro davanti ai microfoni da anni e anni ma la verità è che: quando lotti per la salvezza e affronti l’ultima della classe l’unico obiettivo è quello della vittoria, i punti in palio in questo tipo di partite pesano il doppio e la rosa del Novara è inferiore a quella dei bergamaschi. Detto questo: che tre punti siano.
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