E’ molto complicato questo finale di girone d’andata per la Dea che affronta consecutivamente squadre dal grande blasone e fornite di rose molto attrezzate. La prossima avversaria che sabato sera varcherà i cancelli dell’Atleti Azzurri rappresenterà, data la classifica, la sfida più ardua: la Juventus.
Dopo anni di timidi e impacciati tentativi, i bianconeri hanno finalmente puntato decisi sulla rotta del cambiamento radicale: la famiglia Agnelli è ripiombata prepotentemente in prima linea con la nomina a presidente di Andrea Agnelli; sono stati inseriti nell’organigramma aziendale nuovi dirigenti con poteri decisionali capitanati da Beppe Marotta, è stato assunto un nuovo mister, sul quale si punta molto sostenendone fortemente il progetto, e sono stati tesserati non pochi giocatori nuovi di trinca.
Lo scafato dirigente Marotta sta portando avanti una tattica societaria bene precisa: lo scorso campionato ha comprato tanto e alla rinfusa per cominciare a creare una base di giocatori tra i quali scegliere. Quest’anno invece ha puntato gli sforzi economici su tasselli di ottimo livello come Vucinic, Vidal, Lichtsteiner, Borriello e Pirlo su tutti. Probabilmente l’anno prossimo si passerà all’inserimento di un campione, se non addirittura due. Step by step. Una strategia che sembra cominciare a dare frutti notevoli dato il primato in classifica.
Alla gestione tecnico-tattica affianchiamo poi la gestione commerciale all’avanguardia. E’ stato creato il primo stadio di proprietà in Italia: lo Juventus Stadium. Una struttura che, sul modello inglese, oltre allo spettacolo delle partite fornisce svariati servizi commerciali a disposizione della gente. Rappresenta un grosso passo avanti per il calcio italiano che cerca così di mettersi in pari con i club stranieri che già da anni sfruttano e godono dei benefici di tali complessi. Lo stesso Percassi sta cercando di realizzare un impianto analogo che potrà riempire le casse dell’Atalanta.
LA SQUADRA
L’allenatore: Antonio Conte a Bergamo non ha lasciato un buon ricordo, un feeling con la piazza che non si è mai creato ha portato ad un divorzio inevitabile. Con Bari e Siena però ha fatto faville, tanto da essere richiamato dalla squadra dove da giocatore è stato capitano. E’ tornato a Torino con un ruolo diverso, con più capelli e come estremista del 4-4-2 offensivo, definito anche 4-2-4. Dopo qualche prestazione opaca, si è dovuto suo malgrado ricredere. Ora applica il 4-3-3 per la disperazione dei dirigenti che avevano investito molto, durante il mercato, sugli esterni e per gli stessi giocatori di fascia relegati in panchina se non addirittura in tribuna. Grintoso e carismatico, dato il suo passato da giocatore, sembra sappia capire le esigenze dei suoi. Di contro però c’è che è un po’ spocchioso e non nutre molte simpatie nel mondo pallonaro.
La difesa: schiera quattro mastini dal fisico possente. Al centro un redivivo Barzagli che comanda la linea della retroguardia, sta conducendo una stagione da incorniciare. Al suo fianco ci sarà Bonucci, l’anello debole di questa squadra; stazza ragguardevole e grande atletismo ma piedi scarsi e carisma ancora da trovare, viene schierato tra Barzagli e Chiellini per proteggerlo il più possibile. Per l’approdo a Torino deve ringraziare gli anni di Bari dove si è messo in luce grazie ai meccanismi perfetti di una squadra sorprendente e soprattutto al sostegno di Ranocchia. Le sue convocazioni in nazionale fanno preoccupare non poco sullo stato di forma del calcio italiano. Sulla fascia destra lo svizzero Lichtsteiner, anche lui protagonista di una grande stagione, motorino inesauribile, dotato di buoni tempi di inserimento e di un senso dell’assist; anche in chiusura se la cava egregiamente. A sinistra è stato dirottato un malinconico Chiellini. Ha accettato lo spostamento di ruolo per il bene della squadra ma è palese che preferirebbe fare il centrale. Ci mette tanto impegno ma è poco presente nella fase offensiva, anche se utilizzato così riesce ovviamentea farsi valere di più in copertura.
Il centrocampo: Marchisio e Pirlo vengono schierati davanti alla difesa per proteggere la retroguardia e per far partire le azioni mentre Vidal funge da collegamento tra la mediana e l’attacco. Il numero otto torinese è una delle più grosse conferme della serie A. E’ il centrocampista moderno per eccellenza: piedi buoni, tanta corsa in entrambe le fasi, buon recuperatore di palloni e capacità eccellenti di inserimento. Al suo fianco il bresciano, rinvigorito dal cambio di maglia, detta legge a centrocampo in fase di costruzione, è l’immagine del metronomo per eccellenza nel calcio mondiale, piedi sopraffini e visione di gioco unica al mondo. L’unico vero campione di questa formazione. Il cileno proviene dal campionato tedesco, è un trequartista atipico; piedi buoni, gran tiro dalla distanza e fisico “quadrato” gli permettono di essere pericoloso sottoporta e di essere il primo che cerca di interrompere l’azione di ripartenza avversaria. E’ stato un buon acquisto. Lo potremmo definire un giocatore alla Boateng ma con meno talento.
L’attacco: tridente tradizionale formato da due attaccanti esterni e una punta centrale. Largo sulla sinistra parte Vucinic, attaccante dalle doti immense che non ha mai espresso fino in fondo; passano gli anni e sembra perdere sempre di più il fiuto del gol; in compenso mette la sua grande tecnica al servizio della squadra ed è sempre pericoloso con i suoi spunti improvvisi. Non ama la fatica e a volte sparisce dal campo. Sulla destra gioca Simone Pepe, polmoni d’acciaio, con i suoi ripiegamenti permette al montenegrino di fare la bella vita. Corre per due e si inserisce alla grande trovando spesso la via del gol. Attua un gioco molto dispendioso ma è grazie a lui che la Juve può permettersi di schierare il tridente d’attacco. Il ruolo di punta per ora è affidato a Matri: centravanti vecchio stile, ama l’area di rigore, tiene palla e fa salire la squadra cercando il fallo. Vede bene la porta ma nelle ultime prestazioni sembra soffra un po’ i compagni che scalpitano alle sue spalle. Borriello e Quagliarella stanno cercando di fasi notare da Conte; mentre l’ex Napoli però è infortunato, l’ex Roma potrebbe anche essere schierato a sorpresa.
COME AFFRONTARE LA JUVENTUS
La Juve imposta una tattica offensiva. Soprattutto con le piccole squadre cerca di imporsi sin dall’inizio per mettere le cose in chiaro; partiranno subito a razzo per mettere la partita in cassaforte. I bianconeri non hanno grandi fenomeni capaci di inventarsi il gol dal nulla, proprio per questo motivo i ragazzi di Colantuono dovranno essere bravi a resistere all’urto veemente della Vecchia Signora, conducendo una partita difensiva impeccabile aspettando il momento buono per pungere.
Sarà importante eliminare Pirlo dalla costruzione del gioco bianconero, un mediano nerazzurro dovrà prendersi la briga di francobollarsi addosso al numero 21. Schelotto avrà un brutto cliente come Chiellini, la velocità del levriero sarà importante contro il colosso toscano che non ha di certo la rapidità come miglior arma; ma è comunque un grande difensore e non si farà passare tanto facilmente.
La difesa bergamasca è chiamata a ritrovare un po’ di compattezza, una prestazione come quella di Roma contro la Lazio porterebbe solo guai contro la linea di fuoco di Conte. Vucinic e Pepe si inseriranno in ogni anfratto che i nostri difensori concederanno e non saranno clementi se avranno l’occasione di poter colpire.
Denis dovrà protegger palla permettendo ai compagni di alzare il baricentro e per far sì che le ali nerazzurre possano inserirsi alle spalle dei terzini bianconeri. Marilungo - o Moralez - dovrà prendere il coraggio a due mani e puntare continuamente i difensori avversari per scardinare la retroguardia avversaria che schierata, altrimenti, sarà difficile da penetrare.
Un occhio di riguardo ai calci piazzati, i capolista hanno tiratori eccellenti come Pirlo e saltatori altrettanto in gamba come Chiellini, Vidal, Barzagli, Marchisio e Matri.
La Dea comincia ad annusare le parti basse della classifica e non è un odore piacevole. Battere la Juventus in casa è un’impresa difficile ma non impossibile. Ovviamente servirà una partita di grande sacrificio e tutti dovranno dare il massimo. Una squadra così compatta la si può affrontare solo con una magistrale prestazione corale, ogni cosa dovrà essere perfetta e servirà come sempre un pizzico di fortuna che sembra essersi un po’ distratta di recente.
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