Quello appena concluso è stato il Cenone della Vigilia, ora è finalmente Natale. Inizia un nuovo campionato, con parecchie incognite. Perché, per la prima volta dopo tanto tempo, sono cambiate quattro panchine nelle prime sei in classifica. Di più, da moltissimo non accadeva per i club più prestigiosi, come Juventus, Milan e Inter: le strisciate ripartono da Sarri, Giampaolo e Conte fra moltissimi dubbi, sulla carta i bianconeri non hanno rivali, i nerazzurri hanno aggiustato tutto - e un fuoriclasse in panchina - mentre dall'altra parte del Naviglio ci sono incognite e giovani. L'inizio non è stato altro che un prolungamento della fine, con la Juve non irreprensibile ma che ha raggiunto l'obiettivo tre punti, pur senza giocare un calcio spumeggiante: se il cinismo è questo, non ci saranno grossi avversari.
Smaltita la sbornia per Ribery la Fiorentina si è scontrata con la realtà: Castrovilli, Sottil e Vlahovic in campo, Venuti sulla sinistra e una rosa incompleta, tra Biraghi che dovrebbe salutare, Benassi che è stato messo sul mercato (al di là delle smentite di rito) così come Simeone: manca un centravanti di livello, a meno di puntare forte su Vlahovic (potrebbe costare 10-11 partite). Dall'altra parte il Napoli non può essere considerato il vero rivale della Juve: squadra uguale allo scorso anno, con due rinforzi, uno arrivato dalla Roma e l'altro dall'Empoli, almeno negli undici titolari visti ieri sera. Non ci sono sempre gli episodi a cambiare le partite e la difesa ha scricchiolato parecchio, nonostante Manolas.
Mancano otto giorni alla fine del mercato. Tutto divampa, si amplifica, nell'ultima settimana. Tutte le soluzioni verranno a galla, il puzzle troverà il proprio incastro. L'unica situazione chiara da (molto) tempo è quella di Mauro Icardi: no alla Roma, da sempre, il Napoli poteva essere un ripiego ma dovevano essere utilizzati dei metodi non da De Laurentiis, soprattutto in materia monetaria. Così due possibilità: rimanere all'Inter, fuori dal progetto, oppure andare alla Juventus. Icardi ha già deciso, da tempo, sia la destinazione che il prezzo: una quarantina di milioni, negli ultimi giorni di mercato. Una valutazione quasi da virgolettato, perché confermata da più parti. Il problema è che stavolta l'Inter non vuole cedere, Suning non ha problemi a far scoppiare la bolla in casa, la via d'uscita c'è ed è solo una: Dybala per Icardi. Altrimenti il cerino rimane per entrambi.
La Juventus è davvero prigioniera di se stessa. Del suo monte ingaggi, delle sue plusvalenze, del suo bilancio e dei suoi ammortamenti. Comprare tutti, distruggere la concorrenza, muoversi in anticipo, bruciare trasferimenti altrui: questo ha un prezzo, facendo esplodere stipendi (che superano quasi il fatturato) e costi accessori. Alzare il fatturato oppure ricapitalizzare, perché il fair play finanziario, come conosciuto adesso, non ha più senso di esistere. Le grandi saranno sempre grandi, le medie non riusciranno a crescere esponenzialmente... o meglio, allo stesso livello delle squadre della Premier League. Quando il tuo quinto difensore è Rugani - e percepisce 3 milioni - vuol dire che ci sono dei problemi.
Questa è la classifica dei 20 ingaggi in Serie A
1 - Cristiano Ronaldo - 30 milioni
2 - Romelu Lukaku - 9 milioni
3 - Gonzalo Higuain - 8 milioni
4 - Matthijs De Ligt - 8 milioni
5 - Aaron Ramsey - 7,5 milioni
6 - Adrien Rabiot - 7,5 milioni
7 - Paulo Dybala - 7,5 milioni
8 - Miralem Pjanic - 7 milioni
9 - Edin Dzeko - 5,5 milioni
10 - Douglas Costa - 5,5 milioni
11 - Gianluigi Donnarumma - 5,5 milioni
12 - Leonardo Bonucci - 5 milioni
13 - Mario Mandzukic - 5 milioni
14 - Emre Can - 4,5 milioni
15 - Lorenzo Insigne - 4,5 milioni
16 - Diego Godin - 4,5 milioni
17 - Mauro Icardi - 4,5 milioni
18 - Radja Nainggolan - 4,5 milioni
19 - Kostas Manolas - 4,2 milioni
20 - Franck Ribery - 4 milioni
Nei primi 14 ci sono 11 giocatori della Juventus, più un'infinità intorno alla ventesima posizione come Chiellini, Buffon, Matuidi, Cuadrado e Szczesny. La verità è che i bianconeri hanno cannibalizzato la Serie A: l'unica speranza di ulteriore crescita è una superlega europea, oppure che le italiane incomincino a non guardare più al fair play finanziario: insomma, che Suning decida di investire con una potenza di fuoco ancora superiore a quello fatto finora. Altrimenti il nodo Bundesliga - con una squadra di livello altissimo e le altre molto inferiori - verrà al pettine a breve.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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